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LOS ANGELES: INVIATA LA GUARDIA NAZIONALE. USA: REPORT DA TUTTE LE CITTA’ CHE STANNO RESISTENDO

Traduciamo e condividiamo da It’s going down

I compagni chiedono di diffondere le notizie il più possibile per contrastare la censura che stanno subendo, ma, soprattutto, per fare arrivare le notizie oltreoceano.

LOS ANGELES: INVIATA LA GUARDIA NAZIONALE. USA: REPORT DA TUTTE LE CITTA’ CHE STANNO RESISTENDO

 


L’amministrazione Trump ha militarizzato e inviato centinaia di soldati della Guardia Nazionale a Los Angeles, in California, a seguito delle proteste popolari in corso contro una serie di violente retate dell’ICE (Immigration and Customs Enforcement) avvenute il 6 e 7 giugno, durante le quali sono stati arrestati e incarcerati numerosi lavoratori provenienti da

svriati luoghi di produzione.È la prima volta dal 1992, anno della rivolta di Los Angeles, che il governo degli Stati Uniti ricorre alla Guardia Nazionale contro la popolazione civile. Tuttavia, sia i governi democratici che quelli repubblicani hanno utilizzato la Guardia Nazionale nel passato recente per reprimere movimenti sociali popolari, come a Standing Rock e durante la rivolta di George Floyd nell’estate del 2020.

Il recente dispiegamento delle truppe della Guardia Nazionale è accompagnato da crescenti richieste da parte dell’amministrazione Trump di far intervenire anche i marines in servizio attivo, che sono attualmente “pronti a dispiegarsi se necessario”, per sorvegliare ulteriormente la città e reprimere le manifestazioni, mentre i funzionari di Trump chiedono l’arresto dei funzionari democratici, invocando l’Insurrection Act e sospendendo l’habeas corpus.

Le manifestazioni che ne sono seguite a Los Angeles, che ha visto centinaia di persone mobilitarsi fuori da un centro di detenzione federale nel centro della città, hanno portato a violenti scontri con le forze dell’ordine il 6 giugno, scoppiati nuovamente il giorno successivo, quando l’ICE ha iniziato a lanciare gas lacrimogeni contro i membri della comunità fuori da un centro di detenzione durante un’altra retata contro gli immigrati a Paramount, in California.

Durante gli scontri in corso, diverse persone e giornalisti sono rimasti feriti, tra cui David Huerta, leader del Service Employee International Union (SEIU) in California, che rimane ancora in custodia della polizia.

Secondo TruthOut:

Un video pubblicato da Essayli, accompagnato dalla sua dichiarazione, sembra mostrare il momento in cui Huerta viene spinto dagli agenti dell’ICE mentre sul marciapiede regna il caos e gli agenti stanno liberando l’area davanti a un cancello per far passare un furgone in arrivo.

Un altro filmato ripreso da un’altra angolazione mostra Huerta che cade all’indietro a causa di una spinta violenta degli agenti e atterra con il collo e la testa su un duro cordolo di cemento.

In un post sui social media, SEIU California ha dichiarato: “Siamo chiari: l’ICE ha ferito e arrestato il presidente di SEIU California per aver osservato pacificamente. L’ICE ha scelto la parte sbagliata. Lo Stato sbagliato. La persona sbagliata. E il sindacato sbagliato. David Huerta si è ribellato. E 750.000 lavoratori SEIU sono al suo fianco”.

Le manifestazioni sono proseguite nella notte dell’8 giugno, dopo che migliaia di persone si sono nuovamente radunate davanti al centro di detenzione federale, scontrandosi con agenti federali pesantemente armati, truppe della Guardia Nazionale e la polizia di Los Angeles. I manifestanti hanno poi bloccato un’importante autostrada e hanno continuato a marciare per le strade fino a tarda notte.

Si prevede che le truppe della Guardia Nazionale rimarranno a Los Angeles per oltre 30 giorni per continuare l’operazione “ICE enforcement”. Secondo la PBS, le truppe sono state dispiegate in “tre località separate nell’area metropolitana di Los Angeles”.

Questi recenti eventi si verificano in un contesto di crescente mobilitazione e rabbia nelle strade contro le incursioni fortemente militarizzate dell’ICE della scorsa settimana, mentre l’amministrazione Trump ha intensificato la sua campagna di deportazioni di massa. In risposta, le comunità si sono mobilitate in segno di opposizione, affrontando agenti federali e polizia locale pesantemente armati, che in molti casi sono intervenuti per reprimere le crescenti proteste, spesso nonostante le cosiddette leggi sul diritto di asilo. Queste azioni hanno portato a numerosi scontri, arresti violenti e alla rabbia della popolazione locale che ha cacciato l’ICE e altre truppe federali da vari quartieri.

L’amministrazione Trump, sotto la direzione del nazionalista bianco Stephen Miller, sta spingendo per un aumento delle espulsioni: fino a 3.000 persone al giorno, collaborando anche con aziende tecnologiche di destra come Planatir per effettuare la sorveglianza, revocando lo status protetto a centinaia di migliaia di richiedenti asilo e rifugiati e introducendo un nuovo divieto di ingresso ai musulmani.

La richiesta di aumentare il numero delle espulsioni sta costringendo i funzionari dell’ICE a prendere scorciatoie e a dare una dimostrazione autoritaria di forza davanti al grande pubblico. Questa realtà ha portato a un aumento dei casi virali di agenti dell’ICE a volto coperto che prendono di mira le persone della classe operaia, spesso quelle che stanno attraversando le fasi legali del procedimento per richiedere l’asilo, come, ad esempio, la partecipazione alle udienze in tribunale.

E ancora:

Questa è stata fonte di frustrazione per Stephen Miller, il fanatico anti-immigrazione al servizio dell’amministrazione. Insoddisfatto del ritmo delle espulsioni registrato finora, ha recentemente chiesto all’Immigrations and Customs Enforcement (ICE) di effettuare almeno 3.000 arresti al giorno, minacciando di licenziare i funzionari che non raggiungono tale quota. Non hanno ancora raggiunto tale obiettivo, ma secondo la NBC News questa settimana l’ICE ha registrato il numero più alto di arresti in un solo giorno, arrestando martedì più di 2.200 persone, risultato, a quanto pare, di tattiche più aggressive da parte delle autorità.

Infatti, negli ultimi giorni, in tutto il Paese sono state segnalate arresti di migranti iscritti a programmi alternativi alla detenzione dopo essersi presentati agli uffici dell’ICE per il check-in. In un caso, mercoledì, almeno 10 persone sono state arrestate nel centro di Chicago, apparentemente dopo aver ricevuto messaggi di testo che le invitavano a presentarsi all’ICE; in una scena caotica, agenti mascherati hanno caricato i detenuti su furgoni mentre i membri della comunità e i funzionari eletti protestavano.

L’escalation arriva dopo che i funzionari di Trump hanno ordinato alle autorità di immigrazione di “alzare il livello di “creatività” a 11” e di “spingersi oltre i limiti”, come riportato dal Guardian: “Se ciò comporta l’uso delle manette”, ha detto un funzionario, “probabilmente vale la pena provarci”. L’escalation è avvenuta anche quando Trump ha emesso un nuovo divieto di viaggio mercoledì sera, limitando l’ingresso negli Stati Uniti ai cittadini di 12 paesi: Afghanistan, Birmania, Ciad, Repubblica del Congo, Guinea Equatoriale, Eritrea, Haiti, Iran, Libia, Somalia, Sudan e Yemen. “Non li vogliamo”, ha detto Trump in un video in cui annunciava il divieto.

Sono previste ulteriori manifestazioni lunedì 9 giugno, con i membri del sindacato SEIU che si riuniranno in difesa di David Huerta e altre proteste e manifestazioni in solidarietà con quelle di Los Angeles.

Nel frattempo, sono aumentate le proteste contro le strutture dell’ICE, le manifestazioni in solidarietà con i migranti detenuti, i raduni per chiedere la libertà delle persone destinate all’espulsione, gli scioperi scolastici in solidarietà con gli studenti detenuti e le campagne che chiedono a società come Avelo Airlines di rescindere i contratti con l’ICE. Ecco una rassegna di alcuni dei principali scontri che hanno avuto luogo negli Stati Uniti nella scorsa settimana.

Tacoma, Washington

Le manifestazioni continuano fuori dal Northwest Detention Center, con richieste di chiusura della struttura, dove si verificano regolarmente scioperi della fame e del lavoro da parte dei detenuti e proteste di solidarietà all’esterno. Le recenti manifestazioni hanno chiesto la liberazione di Alfredo “Lelo” Juarez Zeferino, un sindacalista agricolo preso di mira dall’ICE e imprigionato nella struttura.

Le proteste in corso hanno portato ad alcune vittorie, tra cui il rilascio di Lewelyn Dixon. Da un report/resoconto recente:

Il 29 maggio, Lewelyn Dixon, 64 anni, residente permanente a Washington, è stata rilasciata dal Northwest Detention Center (NWDC). Dixon è stata accolta da centinaia di sostenitori festanti che avevano condotto una campagna incessante per il suo rilascio. Dixon aveva trascorso tre mesi di detenzione presso il NWDC. Era stata arrestata dalla Customs and Border Patrol (CBP) all’aeroporto internazionale di Seattle-Tacoma il 28 febbraio mentre tornava da un viaggio nelle Filippine.

Il caso di Dixon ha spinto i membri del movimento sindacale a stringere legami più profondi; il suo rilascio è avvenuto dopo mesi di incessante organizzazione e mobilitazione da parte dei membri della comunità filippina, del suo sindacato SEIU 925 e di altri alleati. Arresti di alto profilo come quello di Dixon hanno spinto molte organizzazioni filippino-americane a formare una nuova alleanza, la Tanggol Migrante Network (TMN). Dixon ha collaborato con reti per la giustizia in materia di immigrazione come la TMN. I membri della rete hanno fatto visita a Dixon ogni settimana, fornendole un sostegno emotivo fondamentale in condizioni che lei ha descritto come “un inferno”.

Portland, Oregon

Le proteste nella zona di Portland reclamano il rilascio di “OJM… una donna transgender di 24 anni proveniente dal Messico, dove è stata rapita e violentata a causa della sua identità di genere e del suo orientamento sessuale ”per mano di un pericoloso cartello…”

Il 4 giugno a Portland, Oregon, alcuni manifestanti sono stati arrestati dai funzionari dell’ICE dopo aver tentato di bloccare i furgoni dell’ICE. Secondo The Oregonian:

Mercoledì scorso, funzionari federali hanno arrestato tre manifestanti presso l’ufficio dell’Immigration and Customs Enforcement (ICE) a South Portland dopo che questi avevano tentato di bloccare un furgone che ritenevano fosse diretto a Tacoma, secondo quanto riportato da un video e dalle testimonianze dei presenti.

Le proteste a Portland continuano fuori dall’edificio locale dell’ICE, teatro nel 2018 di un accampamento su larga scala per l’abolizione dell’ICE.

San Jose, California

Manifestanti contrari all’ICE hanno marciato contro un ufficio dell’Agenzia, chiedendo che venisse chiuso in seguito alle retate.

La manifestazione è iniziata davanti all’ufficio immigrazione nel blocco 400 di Blossom Hill Road. I partecipanti hanno poi marciato verso est su Blossom Hill per circa mezzo miglio ed sono entrati in un edificio che ospita un ufficio dell’ICE.

Slogan contro l’ICE come “chiudete l’ICE!” hanno risuonato nei corridoi e nelle scale anguste mentre il gruppo si dirigeva verso un piano superiore dell’edificio nel blocco 300 di Blossom Hill. Decine di organizzatori della comunità e vicini erano determinati a chiudere l’ufficio dell’Immigration and Customs Enforcement di South San Jose.

“Ci sono 146 anziani che vivono qui. Non li vogliamo qui. Sono arrivati solo un paio di mesi fa”, ha detto la vicina Irene Madrid Morales, che vive in un centro per anziani accanto all’ufficio dell’ICE.

Anche a San Francisco si sono svolte recenti proteste davanti al tribunale locale, a seguito di arresti da parte dell’ICE.

L’8 giugno si è svolta anche una manifestazione in solidarietà con le proteste in corso a Los Angeles, con scontri con la polizia, messaggi con graffiti e rottura delle vetrine delle banche.

San Francisco, California

Anche a San Francisco si sono svolte recenti proteste davanti al tribunale locale, a seguito di arresti da parte dell’ICE.

L’8 giugno si è svolta anche una manifestazione in solidarietà con le proteste in corso a Los Angeles, con scontri con la polizia, messaggi con graffiti e rottura delle vetrine delle banche.

Los Angeles, California

Le manifestazioni contro l’ICE sono esplose il 6 giugno, dopo una serie di retate in stile militare da parte di varie agenzie federali. Come riporta il sito web World Socialist:

Le retate, iniziate venerdì mattina, hanno preso di mira numerosi siti nel centro e nella zona centrale di Los Angeles, tra cui il Fashion District, il Westlake District, South Los Angeles e Cypress Park, tutte aree note per la loro numerosa popolazione di immigrati e le industrie ad alta intensità di manodopera… Funzionari dell’ICE sono stati avvistati anche nei pressi di una scuola a Koreatown, suscitando paura e confusione tra gli studenti e le famiglie.

Nel quartiere Garment and Fashion, vicino alla 9th Street e Towne Street, i lavoratori sono stati trascinati via e gettati in furgoni bianchi senza contrassegni. Gli attivisti a bordo di camion hanno letto le istruzioni tramite un altoparlante a coloro che erano stati trattenuti all’interno del magazzino di Ambiance Apparel, informandoli dei loro diritti. I manifestanti hanno cercato di impedire al convoglio di veicoli di partire, ma alla fine sono stati allontanati con spray al peperoncino. In un video si vedono agenti a bordo di veicoli militari mentre i manifestanti gridano loro di andarsene, lanciando oggetti e denunciandoli come “fascisti” e “maiali”.

A South Los Angeles è scoppiata una manifestazione tra la 15th Street e Santa Fe Avenue in risposta alla detenzione dei lavoratori della Ambiance Apparel. Gli agenti del dipartimento di polizia di Los Angeles (LAPD) hanno creato una linea di scontro e gli agenti in tenuta antisommossa hanno attaccato la folla con spray al peperoncino e granate flash-bang per disperdere i manifestanti che bloccavano i veicoli che trasportavano i lavoratori immigrati detenuti. Almeno un manifestante ha ricevuto cure mediche per essere stato colpito con spray al peperoncino dopo essere stato placcato a terra e arrestato con la forza.

Le retate hanno rapidamente provocato proteste che sono cresciute fino a coinvolgere circa 500 persone che si sono radunate davanti al Metropolitan Detention Center nel centro di Los Angeles e al Los Angeles Federal Building, che sono adiacenti l’uno all’altro. Agenti federali e polizia antisommossa sono stati chiamati per disperdere la folla.

Il giorno successivo, le manifestazioni hanno preso nuovamente il via a Paramount, in California, dopo che l’ICE ha iniziato un’operazione all’esterno di un Home Deport e ha cominciato a sparare proiettili contro i membri della comunità presenti nell’area. Come riporta il sito web World Socialist:

Gli agenti federali hanno sparato centinaia, se non migliaia, di candelotti di gas lacrimogeno in tutto il quartiere, ricoprendo l’area con nuvole bianche di fumo pungente che hanno indotto i residenti a evacuare le loro case. Diverse persone hanno riportato gravi ferite a causa dei gas lacrimogeni e dei proiettili di gomma sparati dagli agenti.

Lo stallo di diverse ore tra manifestanti e agenti è iniziato sabato mattina dopo che la Gestapo dell’immigrazione ha tentato di sequestrare un gruppo di lavoratori a giornata fuori dall’Home Depot.

Nel corso dell’incursione e della protesta in corso, gli agenti federali, compresi gli US Marshal e gli agenti del CPB, hanno sparato migliaia di proiettili di gomma, palle al peperoncino e granate di gas lacrimogeno contro manifestanti, passanti e osservatori, in gran parte pacifici. Nonostante la violenza della polizia, i manifestanti continuano a opporsi agli agenti governativi militarizzati e mascherati che sequestrano lavoratori, familiari e amici.

Gli scontri a Paramount sono continuati per ore, con l’ICE che alla fine si è ritirata dalla zona sotto una pioggia di pietre lanciate dai membri della comunità locale.

Il giorno successivo, quando la Guardia Nazionale ha iniziato a dispiegarsi presso l’MDC, migliaia di persone si sono nuovamente mobilitate per marciare verso la struttura, chiedendo che l’ICE e la Guardia Nazionale stesa se ne andassero e che le persone arrestate dal DHS fossero rilasciate. Gli scontri sono scoppiati quando la polizia e l’esercito hanno attaccato con proiettili di gomma e lacrimogeni portando a ulteriori scontri. I manifestanti hanno quindi iniziato a bloccare l’autostrada 101 e anche le auto della polizia sono state bersagliate con pietre. Secondo quanto riferito, anche diversi taxi senza conducente Waymo sono stati vandalizzati e incendiati. Gli scontri con la polizia sono continuati fino a notte fonda. I manifestanti si sono anche radunati fuori da un hotel locale dove alloggiavano gli agenti dell’ICE, spingendo la struttura a espellere gli agenti.

San Diego, California

Il 30 maggio, gli agenti dell’ICE e la polizia locale di San Diego hanno utilizzato granate flash bang contro i membri della comunità che li avevano circondati e bloccato i furgoni dell’ICE, quando gli agenti hanno tentato di arrestare alcuni lavoratori di un ristorante italiano.

Pedro Rios ha riferito su BlueSky

L’ICE ha lanciato 3 granate flash-bang. La gente, ancora più determinata, ha poi spinto gli agenti dell’ICE fuori dal quartiere con slogan antifascisti, costringendoli alla ritirata. Così bisognerebbe fare ovunque.

L’emittente locale KPBS ha riferito dello scontro:

Una grande folla ha iniziato a radunarsi e ha assistito al trasferimento di una persona su un veicolo federale. Cody ha detto che gli agenti hanno poi iniziato a portare via le persone dal retro del ristorante per evitare la folla.

La folla ha circondato gli agenti, urlando parolacce e definendoli fascisti. Molte persone hanno filmato gli agenti e le targhe dei loro veicoli.

A un certo punto, un gruppo ha bloccato un veicolo senza contrassegni che trasportava gli agenti impedendogli di lasciare l’incrocio tra la 30ª strada e Beech Street. Dopo aver attivato più volte le sirene senza successo, gli agenti hanno utilizzato quello che sembrava essere un dispositivo fumogeno per disperdere la folla.

Il giorno seguente, i membri della comunità si sono mobilitati per organizzare una protesta contro l’ICE e la repressione dello Stato.

Da segnalare anche che l’8 giugno, fuori dal Camp Pendelton, alcuni manifestanti, tra cui alcuni veterani, hanno organizzato una manifestazione per denunciare il dispiegamento di personale militare a Los Angeles. Come riportato dalla CBS:

I manifestanti hanno espresso il loro sostegno alle forze armate, opponendosi però all’uso di personale in servizio attivo contro i civili. Patrick Saunders, un altro veterano che ha organizzato la manifestazione, ha esortato i marines a valutare la legalità di eventuali ordini.

Minneapolis, Minnesota

Il 3 giugno, centinaia di persone si sono mobilitate a Minneapolis, dopo che l’ICE, l’FBI e una falange di altre agenzie federali si erano appostate fuori da un ristorante messicano locale. Come ha riferito Unicorn Riot:

Dozens of federal agents in a newly minted federal task force raided a business on East Lake Street in South Minneapolis on Tuesday morning (June 3) and were quickly met with a raucous crowd amid toxic smoke conditions from Canadian wildfires. The crowd of up to 200 people grew through the day under the impression an immigration raid was underway, at times blocking federal vehicles from vacating alleys and streets. Federal agents responded violently by shooting pepper balls and unleashing pepper spray; personnel from the FBI and Immigration and Customs Enforcement (ICE) Special Response Teams (SRT) were filmed shoving people. Mobilized community members eventually pressured the federal agents out of the neighborhood, while Minneapolis police officers provided crowd control.

Inside the new “Homeland Security Task Force” (HSTF) network, the lead agency is Homeland Security Investigations (HSI), one of two divisions inside ICE. The other division of ICE, Enforcement and Removal Operations (ERO) – which targets immigrants for deportation – was also involved, according to Jamie Holt, HSI’s acting special agent in charge in Minnesota. Holt said this was the debut action of the HSTF in the state.

Some had labels on their gear that caught people’s attention such as name patches that only said “The Others” and a Special Response Team badge with a Viking compass design called a Vegsivir. Such Nordic designs are sometimes associated with racist and neo-nazi beliefs like those of Asatru Folk Assembly. A recent Valknot tattoo spotted on an ICE agent during an immigration raid in Martha’s Vineyard, Massachusetts raised similar concerns.

Il report completo lo trovate qui.

Un articolo pubblicato su CrimethInc. ha descritto la reazione della comunità, che ha visto centinaia di persone circondare le forze dell’ordine, gridando “Andatevene, cazzo!”, scrivendo slogan sui loro veicoli e alla fine spingendoli fuori dal quartiere, provocando violenti attacchi da parte della polizia e scontri con la folla. Da un resoconto:

Questo raid è avvenuto quattro anni dopo che una task force del Dipartimento di Giustizia federale aveva condotto un raid in un parcheggio nel quartiere di Uptown, a sud di Minneapolis, uccidendo Winston Smith.

All’esterno del ristorante si è rapidamente radunata una folla, composta da osservatori qualificati appartenenti a gruppi di attivisti legali per i diritti degli immigrati e media indipendenti, ma anche da politici locali intenzionati a placare la situazione. Gli agenti federali sono stati assistiti dagli agenti dello sceriffo della contea di Hennepin e dagli agenti del dipartimento di polizia di Minneapolis, nonostante le assicurazioni verbali da parte dell’amministrazione comunale che Minneapolis è una “città santuario” e non collaborerà alle operazioni federali di controllo dell’immigrazione o di espulsione. Il dipartimento di polizia di Minneapolis e lo sceriffo della contea di Hennepin hanno infine lasciato la scena, lasciando le forze federali sole ad affrontare la folla sempre più arrabbiata e confusa, con la confusione che era la parola d’ordine del giorno.

Quando sono arrivato, gli agenti federali se n’erano già andati, cacciati dalla folla inferocita. A quanto pare una persona era stata arrestata, ma alla fine è stata rilasciata. I video pubblicati sui social media mostrano che sono stati lanciati un paio di ordigni contro gli agenti federali in ritirata, ma senza conseguenze, e nessuno di essi ha colpito i bersagli previsti. Abbiamo sentito voci secondo cui la polizia avrebbe usato un agente irritante o armi chimiche, e questo è stato poi confermato: a quanto pare gli agenti federali hanno sparato palline al pepe contro la folla che li stava cacciando via.

Pochi istanti dopo il mio arrivo, un piccolo gruppo di persone ha deciso di tentare di bloccare l’incrocio tra Bloomington Avenue e Lake Street, dove era avvenuta la retata.

In breve, è stata una giornata confusa e straziante, caratterizzata da eventi sconvolgenti ma anche da momenti di ispirazione e potenziale. Un raid simile a questo ha appena avuto luogo a San Diego, in California, con una risposta quasi identica. Gli agenti federali sono arrivati, hanno condotto la loro operazione, hanno calcolato male la reazione della folla, hanno intensificato l’uso di mezzi di contenimento della folla (in quel caso, granate flash-bang), poi si sono ritirati quando quelle misure hanno avuto l’effetto opposto a quello desiderato.

L’arma più potente che le autorità brandiscono contro di noi è la paura, intensificata dalla nebbia della guerra e dalla confusione di dover elaborare così tante informazioni non verificate contemporaneamente. Qualunque cosa accada, dobbiamo mantenere la calma, analizzare ciò che sta accadendo, verificare le informazioni che circolano, valutare la situazione e adattare la nostra risposta ad essa. Dobbiamo resistere ai tentativi di provocarci, per non fare il loro gioco. Allo stesso tempo, l’aspetto più positivo degli eventi odierni è stata la rapidità con cui così tante persone sono state in grado di mobilitarsi, costringendo i federali a voltare le spalle e scappare. Speriamo di non dover affrontare mai più una situazione del genere o, se dovesse ripetersi, di reagire con doppia forza.

Un altra testimonianza inviata a CrimethInc. riferisce:

In alcune occasioni, gli agenti federali e gli agenti dello sceriffo della contea di Hennepin hanno utilizzato munizioni e spray al pepe. Non ho visto la polizia municipale farlo. Una donna è svenuta ed è caduta a Bloomington ed è stata poi trasportata in ospedale. Non ho visto le circostanze esatte che hanno portato a questo. Mentre la maggior parte dei federali stava lavorando lontano dalla scena, è arrivato [il capo della polizia municipale Brian] O’Hara. Dopo che gli agenti federali si sono allontanati, anche la polizia municipale se n’è andata rapidamente, lasciando la folla in uno stato di stordimento. Dopo aver controllato che i miei collaboratori fossero tutti presenti, me ne sono andato alle 13:20. Non ho visto nessuno dei commercianti essere arrestato e non ho visto nessuno in custodia essere portato via dalla scena.

La mia ipotesi è che questo fosse un pretesto per dare il via a una grande dimostrazione di forza militarizzata su Lake Street. Non sono sicuro che abbiano capito quanto fosse delicata la situazione o se avessero previsto il grado di resistenza che hanno incontrato. Non erano preparati a effettuare un gran numero di arresti o a controllare efficacemente la folla e, francamente, si sono messi in una situazione vulnerabile. Non saprei dire quanto la polizia di Milwaukee fosse a conoscenza dell’operazione. Non sembravano preparati nemmeno a controllare la folla. In conclusione, è stato un disastro.

Il report completo lo trovte qui.

Chicago, Ilinois

A Chicago si sono verificati scontri tra l’ICE e i membri della comunità che si sono mobilitati dopo la segnalazione di agenti statali che stavano trattenendo persone nel South Loop. Unraveled ha riferito:

Secondo quanto riferito, i controlli spontanei facevano parte dell’ISAP (Intensive Supervision Appearance Program), un’iniziativa gestita dall’ICE volta a fornire un’alternativa alla detenzione per le persone ritenute a basso rischio di fuga.

I manifestanti della Rapid Response sono stati raggiunti da funzionari eletti nel tentativo di compiere un atto di disobbedienza civile, ma alla fine sono stati spinti da parte da agenti mascherati dell’ERO/ICE in tenuta antisommossa per far posto a furgoni bianchi senza contrassegni.

Gli agenti hanno brandito manganelli pieghevoli contro la folla e uno di loro portava con sé quello che sembrava essere un dispenser per proiettili non letali.

I giornalisti hanno ripreso i poliziotti di Chicago presenti sulla scena nelle prime fasi dell’intervento. Non è chiaro quando e come siano arrivati, ma un portavoce del CPD ha affermato che si trattava di una risposta a una richiesta di “assistenza da parte degli agenti”.

Queste azioni potrebbero essere ragionevolmente interpretate come una violazione dell’Illinois TRUST Act, che vieta ai dipartimenti di polizia di tutto lo Stato di “fornire supporto in loco agli agenti federali dell’immigrazione, anche coordinando arresti in strutture pubbliche, trasportando individui o istituendo un perimetro di sicurezza o di traffico”.

A un certo punto durante le udienze, gli agenti hanno quasi arrestato un interprete del tribunale a causa di un errore di identità. Hanno separato un marito dalla moglie, che è cittadina americana. Lei ha detto che lui vive negli Stati Uniti da oltre due anni, il che lo rende non idoneo all’espulsione accelerata. L’ICE ha anche detto a un avvocato che ha chiesto di vedere il loro mandato e ha cercato di parlare con la sua cliente che stava “interferendo con le forze dell’ordine”.

Read the full report here.

Grand Rapids, Michigan

Il 4 giugno, i membri della comunità si sono mobilitati per sostenere le persone minacciate dall’ICE a Grand Rapids. Come documentato da un resoconto locale:

Mercoledì, GR Rapid Response to ICE ha ricevuto una chiamata da qualcuno che stava accompagnando un immigrato al suo appuntamento di registrazione presso l’ICE, solo per scoprire che l’ICE aveva arrestato quella persona.

Le persone che hanno partecipato alla formazione GR Rapid Response to ICE hanno iniziato ad arrivare intorno a mezzogiorno. Alcuni sono rimasti fuori dall’edificio per informare le persone che si recavano all’appuntamento di quanto stava accadendo, mentre altri sono entrati nell’edificio e nell’ufficio ISAP per avvisare coloro che erano in attesa che l’ICE stava arrestando delle persone.

Poiché i membri di GR Rapid Response to ICE si sono rifiutati di andarsene, il responsabile dell’ufficio ISAP ha detto che tutti dovevano andarsene. In questo caso le persone hanno obbedito e hanno prontamente chiuso la porta dietro di noi. Questo ha dato a GR Rapid Response to ICE l’opportunità di parlare con coloro che erano venuti per gli appuntamenti, fornire loro il numero di telefono di ICE Alert e altri modi in cui potevamo sostenere coloro che erano minacciati dall’ICE.

Per le due ore successive, la comunità che aveva risposto all’appello per difendere i membri della comunità di immigrati ha continuato a vigilare e a vedere se qualcuno di coloro che avevano appuntamenti precedenti nell’ufficio dell’ISAP sarebbe stato rilasciato. Uno dopo l’altro, le persone che avevano appuntamenti precedenti sono uscite dalla porta principale, dove sono state accolte con applausi e abbracci. Molte delle persone rilasciate hanno ritenuto che il loro rilascio fosse dovuto al fatto che GR Rapid Response to ICE era presente con un numero consistente di persone.

Non tutti sono stati fortunati quel giorno. Abbiamo scoperto che mercoledì mattina le persone che avevano appuntamenti precedenti sono state portate dall’ICE, molto probabilmente alla prigione della contea di Calhoun a Battle Creek.

Milford, Massachussets

A Milford, nel Massachusetts, gli studenti hanno organizzato una serie di proteste e scioperi per chiedere il rilascio di Marcelo Gomes, dopo che era stato rapito dall’ICE mentre si recava all’allenamento di pallavolo. Dopo le crescenti proteste e manifestazioni, Silva è stato rilasciato e reinserito nella comunità.

New York, NYC

A New York sono in corso proteste dopo che una serie di azioni dell’ICE hanno portato al blocco dei furgoni dell’ICE e all’arresto di circa 20 manifestanti. Gli studenti di “due dozzine di scuole superiori in tutta la città hanno abbandonato le lezioni… per protestare contro le politiche federali che, secondo loro, minacciano il loro futuro e quello dei loro compagni di classe”. Il 7 giugno, la polizia ha arrestato diverse persone dopo che una folla di oltre 100 persone si è mobilitata nel tentativo di impedire ai furgoni dell’ICE di entrare in una struttura federale.