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DALLE FORESTE I NOSTRI PENSIERI

 

Pensiamo sia giunta l’ora di dire due parole.

Siamo di fronte ad una situazione che dire difficile è sminuirla.

Nonostante siamo abituati a tutto ciò, ricordiamo che il decreto legge sulla sicurezza approvato oggi è stato presentato non negli ultimi giorni, non è la novità che ci ha colti all’improvviso.

Sapevamo a cosa si andava incontro.

Capiamo benissimo la quasi totale attenzione sul genocidio palestinese, del resto anche noi lottiamo per questo da molti anni, ma a questo punto vorremo chiedere, anzi implorare tutti voi, di unirvi e portare avanti anche altre battaglie.

Siamo reduci da parecchie manifestazioni, tra qui una ricorreva lo stesso giorno dell’arresto di Stecco. Beh, è  stato confortante che non gli siano state dedicate poche parole, nemmeno un saluto, ma si siano sentiti solo cori per la sbirraglia.

Siamo reduci da una situazione in cui un nostro compagno, che da anni si batte con noi attivamente sulle frontiere, è stato costretto a scappare per tutta Italia e, in ben due città, dopo aver chiesto a  ante, troppe persone, non siamo riusciti a trovargli un cazzo di materasso, anche lercio, per potersi riposarsi un po’. 

Dobbiamo essere più attenti. 

Se qualcuno ha dei problemi durante delle serate benefit ci impegniamo sempre tutti a difenderlo, a risolvere queste situazioni o, per lo meno, a far si che non si ripresentino. 

Ma ci chiediamo anche perché certe cose (foto, commenti, insulti, accuse) debbano uscire sui social. 

Ma chi cazzo siamo? Degli infami? Escono comunicati prima di benefit/concerti/cortei che raccomandano di non usare telefoni, macchine fotografiche e altri media e, puntualmente, il giorno dopo, tutto è sbattuto nelle qualsivoglia bacheche con tanto di recensioni e pareri. 

Probabilmente tali persone non fanno parte di chi durante questi eventi rischia il gabbio, anzi sicuramente, non si rendono conto che, così facendo, contribuiscono solo a spalancare le porte dei tribunali.

Pensiamo che dovremo fermarci un’attimo e capire perché siamo arrivati a questa situazione, secondo noi è il frutto di due /tre anni di errori madornali. 

Dal 1999, anno in cui noi siamo nati, siamo sempre stati il nulla, il silenzio, l’imprendibile buio e vogliamo esserlo ancora. Solo così potremo trasformarci, evolverci in quello che siamo quando lottiamo assieme, quello che abbiamo fatto mentre tutti ci hanno visto senza vederci. 

Attualmente riteniamo sia l’unica possibilità di condurre lotte tangibili che portino a delle vittorie.

Possiamo ancora farlo? Questo sta a noi, a voi. 

Stiamo aspettando, ci stiamo provando da tanto tempo, nel frattempo facciamo della concretezza la nostra arma migliore, senza tanto darlo a vedere.

RIPRENDIAMOCI CIÒ CHE È NOSTRO!

Ricordatevi che ogni volta è stata una boccata d’aria fresca e, da dietro a una tastiera, non potrete mai respirarla né sentirla. 

E capirla.  

PIENA E COMPLETA SOLIDARIETÀ AI COMPAGNI PERQUISITI E ARRESTATI IL 16 NOVEMBRE!

The Black Wave Collective