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ODE AL SILENZIO

Condividiamo uno scritto di Fronde Noire

Senza aggiungere null’altro.
3157 parole. Il peso del silenzio.


𝐴 𝑑𝑒𝑑𝑑𝑒 𝑙𝑒 π‘£π‘–π‘‘π‘‘π‘–π‘šπ‘’, π‘žπ‘’π‘’π‘™π‘™π‘₯ π‘β„Žπ‘’ 𝑐𝑖 β„Žπ‘Žπ‘›π‘›π‘œ π‘™π‘Žπ‘ π‘π‘–π‘Žπ‘‘π‘œ 𝑒 π‘žπ‘’π‘’π‘™π‘™π‘₯ π‘β„Žπ‘’ π‘Žπ‘›π‘π‘œπ‘Ÿπ‘Ž π‘Ÿπ‘’π‘ π‘–π‘ π‘‘π‘œπ‘›π‘œ π‘Žπ‘™π‘™β€™π‘–π‘›π‘“π‘’π‘Ÿπ‘›π‘œ π‘‘π‘Ÿπ‘Ž 𝑖 𝑣𝑖𝑣𝑖.
π‘ƒπ‘’π‘Ÿπ‘β„Žπ‘’Μ π‘™π‘Ž π‘£π‘–π‘œπ‘™π‘’π‘›π‘§π‘Ž π‘›π‘œπ‘› 𝑒̀ 𝑑𝑖 π‘œ 𝑛𝑒𝑙 π‘”π‘’π‘›π‘’π‘Ÿπ‘’.
πΏπ‘Ž π‘£π‘–π‘œπ‘™π‘’π‘›π‘§π‘Ž π‘£π‘Ž π‘π‘œπ‘šπ‘π‘Žπ‘‘π‘‘π‘’π‘‘π‘Ž π‘›π‘œπ‘› π‘Žπ‘Ÿπ‘”π‘œπ‘šπ‘’π‘›π‘‘π‘Žπ‘‘π‘Ž.
𝑃𝐸𝑅𝐢𝐻𝐸́ 𝐿𝐴 𝑉𝐼𝑂𝐿𝐸𝑁𝑍𝐴 𝐸 𝑉𝐼𝑂𝐿𝐸𝑁𝑍𝐴!
π‘ƒπ‘’π‘›π‘‘π‘œ.

πŽπƒπ„ 𝐀𝐋 π’πˆπ‹π„ππ™πˆπŽ

 

Ostentare la parola privacy.
Sapere a malapena come pronunciare questa parola correttamente.
Temere la violazione del proprio intimo etereo.
Scagliarsi conto la societΓ  del controllo dal proprio smartphone.
Inneggiare al furto dei propri dati da un social network.

La privacy.

Come potete parlarne?
Come potete pretenderla?
Voi, che sezionate una ragazza sotto ai riflettori.
Che parlate senza nulla sapere del dolore altrui, sulle vostre bacheche.
Voi, che vi rimpinguate a suon di chi Γ© piΓΉ oggettivo, soggettivo o concreto sulle lacrime di una famiglia.
Voi, che le fate vostre, crocifiggendovi fintamente tristi, falsamente dilaniati, martiri di una pena altrui, usando come zerbino una vita interrotta, pulendovi le scarpe su di essa, così da non sporcare di fango il vostro circo personale mentre vi esibite.

Voi, parlate di privacy.

Voi, che vi riempite la bocca con cosa sia condannabile o giustificabile, pontificando dal vostro divano.
Comodi nel vostro salotto che dev’essere intonso, mentre quello del vicino sciagurato Γ¨ degno di essere sventrato, perquisito messo a soqquadro.
Voi, vi improvvisate anatomopatologi delle disgrazie altrui, insigniti dell’onniscienza perbenista mentre analizzate i motivi per i quali una vita Γ© stata spezzata.
Voi, bramando speranzosi che nessuno scopra tutta la fanghiglia ipocrita delle vostre scelte discutibili sotto il tappeto spazzata.

Voi, state bene controllati.
Voi, il controllo lo meritate.

Imparate il valore del silenzio.
Fatelo vostro, libero strumento.
Tacete quando tutti parlano, invece di zittirvi quando non si ode fiato.
Abbiate il coraggio di parlare senza la massa di saccenti qualunquisti pretoriani alle spalle che ciarlano.
Esprimere i propri pensieri quando nessuna corda vocale vibra, non Γ© facile forse, ma Γ© encomiabile.
Siate coraggiosi, non abbiate paura di enunciarli.
Come dovreste essere intrepidi nel vostro mutismo quando tutti sproloquiano.
Quando tutti parlano nessuno ascolta.
Considerate che le vostre opinioni, non sono richieste, nΓ© essenziali.
Una mente libera non ha bisogno dei pareri di esperti, per fondare, argomentare e coltivare i propri ideali.
Figuratevi se necessita dei vostri, sui quali nemmeno la D’Urso verserebbe una lacrima, reputandoli troppo elementari, cosΓ¬ miseri da non scatenare nemmeno l’emotivitΓ  della Fontana di Trevi di Mediaset.

Non dimenticate che nella mareggiata delle notizie foraggiate dai media quel che dite saprΓ  sempre di banalitΓ .
Come il vostro mutismo quando tutti tacciono saprΓ  sempre di vigliaccheria.
O peggio, di omertΓ .

Il silenzio.
Lottate per questo.
Apprendetelo veramente.
E quando lo avete padroneggiato, fate un favore a voi stess.
Fate l’unica cosa onesta che potreste fare.
Rendeteci fieri di voi.
Tacete.

Fronde Noire