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L’ ARCARIO DI MAR CONIO

Da Fronde Noire, il sapore del male.


“Chi non divide dolore muore”

I.S.

L’ARCARIO DI MAR CONIO

 

Non ti saluto, non mi rivolgo a te con nessun appellativo.

Non meriti, né saluti, né di essere chiamato con il tuo nome proprio.

 

Sei forse tu un essere umano?

Ero convinta che non rientrassi nemmeno in uno dei regni biologici.

Qualcuno ne ha poi creato uno perfetto per te, nonostante mi dispiaccia sminuirlo così.

Non essendo tu munito di cuore, profondità, empatia, muscoli pensanti, come potresti essere

considerato una persona?

Essendo tu un contenitore vuoto, un pallone gonfiato con un solo nucleo, deserto, al suo interno,

credo che solo il regno Prokaryota poteva descriverti e circoscriverti.

Questa è la tua casa, non per andare in giro per il mondo, ma per rinchiuderti dentro e buttare la

chiave.

Eviterebbe che tu vada ad occupare altre mura, destinate ai molti che necessiterebbero realmente di

esse.

 

No.

Non ci sono parole per delinearti, farlo comporterebbe l’insultare la lingua italiana nonché la dignità

umana.

Quest’ultima non è un problema che ti riguarda, tu non ce l’hai più.

La svendesti quando trasformasti persone valide, ragazzi sognanti e popoli oltremare sfruttati in

entrate in banca, ingressi in parlamento e uscite di scena.

 

Spiegami, con che coraggio non solo tu scriva, ma pensi di poter ancora imbonire la gente con le tue

esternamente forbite, ma internamente marcite parole.

Avariate, come probabilmente sarebbe la tua anima.

Ma, quando mai ne hai avuta una?

 

Sei ancora qui a parlare di colui che nomini quando arriva ogni fottuta primavera.

Lascialo riposare in pace, smettila di usare e abusare ancora del suo nome per pararti il culo.

Ti sei fatto la carriera rubandogli pensieri e citazioni, sbandierandone aforismi e parole, provando

inutilmente e malamente ad imitarlo.

Non fraintendermi, non sto parlando in sua difesa, non riuscirò mai a trovare un qualcosa per cui

spezzare una lancia nei suoi confronti.

È doveroso, però, riconoscere, che, se non altro, nemmeno lui si merita di essere accostato al tuo

nome.

Nessuno se lo merita.

Lui, nonostante i diversi cambi di pensiero e la dissociazione, per lo meno è stato dietro le sbarre.

Sa cosa vuol dire la latitanza, sa cosa vuol dire l’ingiusta inquisizione, la persecuzione.

Tu no, ignobile millantatore di qualsivoglia repressione che possa dare spessore alla propria

impalpabile sostanza.

L’unica volta che hai avuto a che fare con la parola carcere non me lo ricordo solo io, ce la

ricordiamo tutti.

Acquistasti la libertà tua e dei tuoi discepoli al prezzo di 100 anni che 10 nostri compagni si

divisero.

INFAME DEL CAZZO!

 

“Chi ama non si può ritenere indenne alla pazzia” scrivi?

MA VATTENE A FANCULO!

 

Tu sei tutto fuorché pazzo.

Sei cognitivamente impermeabile a qualsivoglia tipo di amore e sensazione.

Non sai, e non hai mai voluto sapere cosa voglia dire amare, perdersi nelle proprie emozioni e

fonderle assieme ad altri pirati fianco a fianco nella tempesta.

La tua unica missione, il guadagno.

Il tuo unico maestro, i soldi.

Il tuo altro mondo, svendibile.

 

Beh, sappi che questa volta, caro Kaiserini, non hai pisciato, hai buttato un’ autocisterna di merda

fuori dal vaso.

 

È inutile che continui a tirare le tonache delle sante cariatidi per chiedere riparo sotto le loro

gonnelle.

Finalmente il conto sta per esserti servito.

Non te l’aspettavi?

Ancora meglio.

Dopo decenni a non pagare mai e a farla sempre franca.

Nonostante le vendite, i saldi e le televendite di piazze per i troni dei palazzi.

Nonostante il prostituirsi per qualsivoglia lotta, purché fosse il servizio di maggior rilievo mandato

in onda sui telegiornali, o imbrattato nella prima pagina della carta da cesso dei giornali.

In ogni caso, a qualsiasi costo.

Questi anni hanno condito, farcito e rimpinguato il tuo già fin troppo imponente ego, e lo hanno

ingozzato così tanto da convincerti utopisticamente di essere intoccabile, invincibile.

Perfetto.

Di sicuro ora, non sei più invisibile.

Anzi finalmente tutti ti stanno vedendo per l’immonda persona che sei.

 

Tuttavia, se posso darti un consiglio, la prossima volta é meglio che tu sia meno borioso, e

arrogantemente infuso di verità e scienza.

Prima fatti un paio di domande.

Qualcuno questa volta sarà in grado di salvarti?

Ma, soprattutto, qualcuno vorrà farlo?

Oppure, finalmente capirai anche tu, come ci si sente ad essere le pecore nere?

Te lo auguro questo scenario.

Sarebbe da sperare che esistesse un Karma, che ti restituisca tutte le porcate che hai fatto.

Sarebbe curioso vedere per la prima volta la situazione ribaltata: tutti i tuoi amichetti politici che ti

sacrificano in nome della loro libertà.

Da portavoce a porta-croce, sai, ci vuole un attimo.

 

Hai preso per il culo una generazione, contribuito a sventrare, smorzare e sedare un movimento.

Non contento, lo hai fatto per i tuoi luridi scopi ancora, e ancora.

Per 30 anni.

Nonostante tutti i compagni che hai fatto pestare.

Sì, perché sei un pusillanime, un codardo del cazzo.

Mandavi i tuoi subalterni a indottrinare a suon di botte le realtà esterne alla tua.

Sangue, pugni, bastoni e calci, in nome della democratica egemonia.Alle singole persone spettava lo stesso trattamento, in caso che non la pensassero come te o non

eseguissero i tuoi ordini.

L’unica parola della quale potrebbe esserti concesso l’uso è “fascista”: è quella che meglio ti

rappresenta.

 

Con quale faccia, come ti sei permesso di usare anche la parola morte?

Tu?

Becchino mediatico.

Tu, che hai razziato immagine e storia di Carlo, fino a renderla un mero logo da usare ogni 20

luglio?

Tu, che ti permetti di menzionare anche Orso? Era un anarchico, coglione!

Ai tuoi fratelli e alle tue sorelle però non hai detto tutto, vero?

Hai scordato Paola?

Chiedi a Gimmy.

Nemmeno Chucky ricordi?

Chiedi pure a me, ero assieme a lui in quella pizza, con tanti altri indesiderati.

Noi quel giorno abbiamo vissuto.

Tu, moralmente morto, anni prima non ti dimenticasti di Sole in un Baleno.

TI DISSOCIASTI, BASTARDO!

 

Senza di te, quel fottutissimo mondo possibile sarebbe potute essere forse plausibile.

 

Chissà come mai sei nel mezzo del mare vero?

Dove nessuno ti può venire a trovare, giusto?

Non è solo questo il motivo però.

La verità è che hai trovato una fonte immensa di bisognosi sui quali metter le mani.

Altre anime da vedere per soldi questa volta, non per seggi.

Hai detto: “Compagni, questa è la nuova Genova!”

BRUTTA MERDA!

 

Come hai potuto solamente pensare di chiamare quelle anime che sfidano il Mediterraneo fratelli e

Sorelle?

Strumentalizzare 61 vittime per levare le macchie di fango che stanno comparendo sulla tua

immagine pubblica?

L’unica cosa che abbia per te un valore è questa?

Non sprecare nemmeno tempo nell’argomentare, che ti arriverà tanta di quella melma addosso, che

dubito tu te lo possa immaginare.

Nemmeno le spugnette dopo quel capolavoro che fu il No-Expo ti basteranno.

Non bastarono nemmeno quella volta, se è per questo!

 

Cosa direbbero, scoprendo che tu, il loro neo eletto parente stretto, li utilizza come mera merce di

scambio tra CPT e stati dittatoriali?

Dimentichi una cosa però

Il tasso di cambio è variato.

30 denari non equivalgono più a 125.000 Euro.

 

Tra le sbrodolate stucchevoli e gli aforismi deleteri, solo il finale, a esser sinceri, non sa di artefatto.

Chiedi al signore di preservare la tua pazzia?

Sappi che, qui sulla terra ferma, al contrario, tutti si augurano, sperano nella tua sanità mentale.

Auspicano la tua piena forma fisica.

Ti conosco fin troppo bene.

Parli di pazzia forse perché punti a pararti il culo con l’infermità mentale questa volta?Dubito fortemente che ti possa salvare da quella cella.

Solamente un miracolo lo potrebbe fare.

Ed è questa l’unica mia preoccupazione.

 

In ogni caso, dalla parte del torto

Fronde Noire