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FACCIAMO DA NOI / DIFFONDERE AUTOGESTIONE

Condividiamo questo scritto di FOA Boccaccio


1. FACCIAMO DA NOI / DIFFONDERE AUTOGESTIONE

C’è un mondo in cui non esistono mediazioni tra noi e i nostri bisogni, tra noi e i nostri desideri. C’è un mondo in cui ci riappropriamo del nostro tempo, degli spazi che abitiamo e conosciamo. Dove in uno spazio liberato dalle logiche del consumo e del profitto apriamo un consultorio femminista, sportelli per migrantə e lavoratorə precarə, in cui organizziamo concerti punk, raduni di autoproduzioni, cineforum.

Un mondo in cui facciamo da noi, senza delegare a nessuna istituzione quello che vogliamo. Non è un mondo immaginario, ma può esistere con gioia e fatica a partire dalla trasformazione radicale dei nostri stessi spazi, delle nostre abitudini, dei nostri ambienti sociali.

È il mondo dell’autogestione, dove tuttə siamo responsabili di noi stessə e della comunità a cui prendiamo parte, in un rapporto reciproco di cura e tutela: da lavarsi il piatto dopo una cena collettiva alla messa in sicurezza di uno stabile dismesso, la pratica dell’autogestione abbraccia ogni aspetto della vita quotidiana.

Nell’orizzontalità dei rapporti, nell’assenza di gerarchie, nella condivisione del pensiero e in un processo costante di critica e autocritica, modelliamo la nostra comunità secondi i nostri bisogni.

Per questo l‘autogestione non è un modo di vivere esclusivo: è di tuttə coloro che vogliono concretizzarla all’interno di un’assemblea o di una serata, in una strada o in una piazza, senza per forza dover chiedere autorizzazioni a qualcuno, perché crediamo che cultura e socialità manifestino la propria natura più autentica a partire da slanci spontanei di condivisione e partecipazione.

L‘autogestione è autosussistenza, un progetto politico che si pone al di fuori dalle logiche dello sfruttamento, del lavoro e della competizione. L’autogestione è mutuo soccorso e supporto concreto a chi lotta, che sia in questa città o nell’altro lato del mondo.

É, in fin dei conti, un’oasi di libertà in cui è possibile autodeterminarsi come individui e come comunità, in cui decidiamo in maniera autonoma ciò che è legittimo e cosa non lo è.

Servono scintille di immaginazione per proiettarsi in questa dimensione, uno sforzo visionario che noi abbiamo cominciato a compiere vent’anni fa collettivamente e che oggi più che mai costituisce un antidoto dalla società del controllo, dell’isolamento e dell’esclusione sociale.

Pratichiamo e diffondiamo autogestione dentro e fuori ai nostri spazi, rafforzando reti solidali, contaminando la città, disegnando scenari di trasformazione possibili e anche impossibili.