Backgroound Image

𝐋𝐀 π‹πˆππ„π‘π“π€Μ€ π’πˆ π‚πŽππˆπ”π†π€ 𝐀𝐋 𝐏𝐑𝐄𝐒𝐄𝐍𝐓𝐄

Condividiamo questo testo di Fronde Noire.

Per tutti noi.
Per chi Γ© ancora qui, per chi ci ha lasciati.
Per la libertΓ , che essa si trovi tra poche righe scritte o tra le pietre lanciate circondati dalle fiamme.

 

β€œπ‘€π‘Ž π‘™β€™π‘Žπ‘šπ‘œπ‘Ÿπ‘’ 𝑒̀ π‘’π‘›π‘Ž π‘‘π‘–π‘‘π‘‘π‘Žπ‘‘π‘’π‘Ÿπ‘Ž,
π‘“π‘Žπ‘‘π‘‘π‘Ž 𝑑𝑖 π‘–π‘šπ‘π‘’π‘Ÿπ‘Žπ‘‘π‘–π‘£π‘– π‘π‘Žπ‘‘π‘’π‘”π‘œπ‘Ÿπ‘–π‘π‘–,
π‘šπ‘Ž π‘›π‘’π‘ π‘ π‘’π‘›π‘Ž π‘’π‘ π‘’π‘π‘’π‘§π‘–π‘œπ‘›π‘’.
𝐼𝑛𝑣𝑒𝑐𝑒 π‘™β€™π‘Žπ‘›π‘Žπ‘Ÿπ‘β„Žπ‘–π‘Ž
π‘™π‘Ž π‘‘π‘Ÿπ‘œπ‘£π‘– π‘‘π‘’π‘›π‘‘π‘Ÿπ‘œ π‘œπ‘”π‘›π‘– π‘’π‘šπ‘œπ‘§π‘–π‘œπ‘›π‘’β€
𝑍𝑒𝑛 πΆπ‘–π‘Ÿπ‘π‘’π‘ 
𝐋𝐀 π‹πˆππ„π‘π“π€Μ€ π’πˆ π‚πŽππˆπ”π†π€ 𝐀𝐋 𝐏𝐑𝐄𝐒𝐄𝐍𝐓𝐄
Ora.
Vorrei fermare il tempo.
Bloccare le scadenze obbligatorie per vivere questo momento.
Qui.
Seduta al tavolo della nostra cucina.
Ascoltando Rogo che mi racconta di voi.
Ora.
Sommersa dai troppi, ma sempre troppo pochi quaderni, ricoperta da penne e matite, immersa nei comunicati, nelle lettere, negli articoli.
Qui.
Nuotando nel vostro mondo.
Quando narra di voi le sue iridi virano dal blu al grigio.
Incomprensibilmente.
Sempre.
SarΓ  che diventano il fumo con voi condiviso, la fragranza della nebbia con voi respirata.
Ora.
Fuori il sole inonda le foreste e filtra dalle finestre.
Dentro imperversa la tempesta.
Il vento soffia dal lungomare fino alle ferrovie al confine.
Scorre dalla cittΓ  del sole, in un baleno senza piΓΉ un asilo, fino alle strade in lotta per un compagno in fin di vita.
Si abbatte dalle montagne dell’est est fino alle valli dell’ovest.
Lo guardo.
E’ libero.
Ricordando voi, lui Γ¨ libero.
Per pochi minuti ma lo Γ¨.
Qui.
Con i vostri scritti da tutt’Italia, con le lacrime e le risate di tutte le nostre realtΓ , vivo.
Non ho mai letto un libro dei grandi pensatori.
Non conosco i trattati dei grandi filosofi.
Ma accendo il cuore e parlo.
Mi incazzo, esplodo, dico tutto quello che penso, in cui credo, che odio, che amo.
Senza aver letto nulla di storico.
Senza conoscere saggi, monografie e biografie.
Conoscendo solo le vostre parole.
Parlo.
Niente teorie, solo pratica, esperienze, amore per la libertΓ , fiducia nell’essere umano, odio per muri e catene, che siano esse fisiche o anatomiche.
Ora.
Finisco.
Silenzio.
Mi aspetto la critica, il β€œma, secondo me no”, o β€œse non consoci dovresti…”.
Nulla.
Le risposte che mi avvolgono sono ricami alle mie parole, radici che si tessono, pensieri che si fondono, punti di vista che evolvono.
Qui.
Capisco l’affinitΓ .
L’essere differenti, ma simili.
Il valorizzare la diversitΓ , le fondamenta da cui nasce una lotta, una realtΓ .
Essenziale non Γ¨ l’omogeneitΓ  di vedute, ma la singolaritΓ  di ognuno.
E scopro che i miei pensieri, i miei punti di vista, se differiscono, non vanno soffocati, bensì ascoltati, ossigenati, coltivati.
E non lo farΓ² sola, ma con i miei affini al fianco.
Ora capite perchΓ© vorrei fermare il tempo?
Mi sento libera!
Leggendo, parlando, scrivendo di noi, lo sono.
Sono libera.
Non devo essere attenta a scegliere bene le mie parole, a pensare a priori a non offendere la sensibilitΓ  politica di qualcuno.
Non devo temere di esser differente.
Sono libera.
Voglio tutto questo.
Voglio dire voglio.
Voglio abbandonare i condizionali.
Voglio volere.
Il mio desiderare non Γ¨ ipotetico.
Il mio anelare non Γ¨ educato.
Il mio lottare si coniuga al presente, prima persona plurale.
E penso che non posso che continuare a esser quel che sono.
Se esser liberi Γ¨ provare tutto questo, come poter non esigerlo sempre, ogni giorno?
Come poter rinunciare a noi?
Qui.
Con voi.
Ora.
Noi.
Sulle barricate.
Sempre.
Fronde Noire