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“SIAMO CON LA POLIZIA LOCALE, DOBBIAMO AVERE PAURA?”

Traduciamo e condividiamo un articolo di Alarm Phone dal titolo “”SIAMO CON LA POLIZIA LOCALE, DOBBIAMO AVERE PAURA? 8 PERSONE UCCISE DALLA GUARDA COSTIERA ELLENICA”.

Crediamo non servano altre parole.


SIAMO CON LA POLIZIA LOCALE, DOBBIAMO AVERE PAURA? 8 PERSONE UCCISE DALLA GUARDA COSTIERA ELLENICA

30 luglio 2024

Posizione del gruppo alle 5:50 CEST dell’8 luglio 2024. Fonte: Google Maps, posizione aggiunta da Alarm Phone.

Un gruppo di 27 persone è arrivato sull’isola greca di Inousses. Sono state poi sottoposte a un respingimento letale. Sono state costrette a salire sulle zattere di salvataggio e lasciati alla deriva in mare dalle autorità greche. Dopo che le loro scialuppe si sono schiantate sugli scogli, otto persone sono morte.

L’8 Luglio, durante le ore mattutine, Alarm Phone ha ricevuto una richiesta di soccorso relativa a 27 persone, che sono sbarcate sulle cose dell’isola greca Inousses. Le persone erano sane e salve ma avevano bisogno di aiuto perche avevano finito l’acqua ed erano lontani da qualsiasi campo o altra struttura. Volevano chiedere asilo in Grecia.

Siamo riusciti a stabilire un contatto diretto con le persone, che hanno confermato al telefono di essere sull’isola sopra menzionata. Ci hanno parlato della necessità essere salavati il prima possibile dalle autorità competenti.Dopo aver confermato questi dettagli, abbiamo allertato le autorità greche alle 06:45 CEST per e-mail, e abbiamo inviato una seconda e-mail poco dopo con tutti i nomi delle persone del gruppo. Abbiamo anche indicato la loro volontà di fare domanda di asilo in Grecia. Il gruppo ci ha poi informato che si stava spostando verso una chiesetta nelle vicinanze, per attendere in un luogo sicuro il loro salvataggio.

Subito dopo aver iniziato a muoversi verso la chiesetta, ci hanno inviato un messaggio: “Siamo con la polizia locale, dobbiamo avere paura?”. Dopo questo momento, sono andati offline e non sono più stati raggiungibili. Nelle ore e nei giorni successivi abbiamo cercato più volte di contattarli, ma senza successo.

Abbiamo chiamato diverse autorità per cercare di ottenere informazioni sulla posizione del gruppo. Nonostante avessero ricevuto l’avviso via e-mail, le autorità locali di Chios hanno dichiarato di non essere al corrente della situazione. Si sono limitate ad annotare i dettagli del caso al telefono e ci hanno chiesto di chiamare la polizia locale di Inousses. Anche la stazione di polizia locale di Inousses ha affermato di non essere a conoscenza di questa situazione e ci ha detto che non era di sua competenza. Quando abbiamo chiamato l’autorità portuale locale di Inousses, hanno affermato che non era loro responsabilità e ci hanno riattaccato il telefono in faccia.

Abbiamo continuato a chiamare tutte le autorità greche per tutto il giorno, ma né la Guardia Costiera ellenica né la polizia greca hanno risposto al telefono o ci hanno fornito informazioni.

Eravamo preoccupati: le persone erano offline da troppo tempo e cominciavamo a temere un’altra brutale reazione. Abbiamo chiamato le autorità turche nel pomeriggio, ma in quel momento non avevano ancora soccorso nessuno in questa zona.

La notte è stata lunga e abbiamo continuato a cercare di ottenere informazioni dalle autorità greche, senza successo.

La mattina presto del 9 luglio, 24 ore dopo il nostro ultimo contatto con le persone – che in quel momento si trovavano a terra su un’isola greca – abbiamo appreso con orrore dai giornali turchi di due zattere di salvataggio che si erano schiantate su un’isola turca. I media greci hanno riferito dell’incidente, ma non hanno menzionato le zattere di salvataggio in cui si trovavano le persone, nascondendo la spinta e la causa dell’incidente. In seguito a questa scoperta, siamo riusciti a confermare che si trattava dello stesso gruppo con cui eravamo stati in contatto il giorno prima. Abbiamo anche appreso che 7 persone erano morte in mare e uno risultava disperso.

Così è stato chiaro: il gruppo era stato respinto dalle autorità greche. Dopo essere arrivati a Inousses, erano stati costretti a salire su zattere di salvataggio, lasciati alla deriva in mare e poi avevano subito uno schianto mortale contro le rocce dell’isola turca di Kara Ada. Dopo l’urto, le persone avevano cercato di salvarsi nuotando verso l’isola. Tuttavia, non tutti ce l’hanno fatta.

Abbiamo parlato con le autorità turche, che hanno confermato la terribile notizia. Le autorità turche hanno anche confermato che, dopo un’operazione di ricerca e salvataggio, hanno trovato il corpo morto del disperso. Questo ha portato il bilancio confermato delle vittime del rientro a 8.

Queste 8 persone erano arrivate sul suolo europeo con le loro famiglie 24 ore prima. Erano in cerca di sicurezza, cercando di sfuggire alle circostanze in cui vivevano. Parlando con le persone il giorno prima, ci avevano inviato delle foto di loro stessi, che sembravano felici e sollevati di essere riusciti a sbarcare sull’isola di Inousses. Tuttavia, non hanno trovato sicurezza, ma solo torture e morte.

Europa: siete responsabili di queste morti. Queste 27 persone cercavano sicurezza, invece 8 di loro sono state uccise dalle autorità greche e dal regime di frontiera europeo.