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L.A: SOTTO ASSEDIO TRUMP INVIA LA GUARDIA NAZIONALE MENTRE CONTINUANO LE PROTESTE

Riceviamo e diffondiamo la traduzione della trascrizion di questo video pubblicato qui il 09 Giugno.

L.A: SOTTO ASSEDIO TRUMP INVIA LA GUARDIA NAZIONALE MENTRE CONTINUANO LE PROTESTE CONTRO I RAID MILITARIZZATI DELL’ICE

A Los Angeles sono scoppiate proteste di massa in risposta ai raid contro l’immigrazione. La polizia locale e la Border Patrol stanno reprimendo i manifestanti, mentre l’amministrazione Trump ha chiamato la Guardia Nazionale della California. “Hanno sparato migliaia di proiettili di gas lacrimogeni, granate flashbang, tutti i tipi di strumenti repressivi”, dice Ron Gochez, organizzatore della comunità Unión del Barrio che ha contribuito a organizzare alcune delle proteste. Gochen nota che molte delle proteste sono riuscite anche a respingere gli agenti dell’immigrazione, impedendo gli arresti e la detenzione da parte dell’ICE. “Se ci organizziamo, se resistiamo, possiamo difendere le nostre comunità dal terrore dell’ICE, dalla Border Patrol o da qualsiasi agenzia federale che voglia separare le nostre famiglie”.
Segue la trascrizione del video
AMY GOODMAN: La puntata di oggi inizia a Los Angeles, dove il Presidente Trump ha schierato la Guardia Nazionale della California sfidando il Governatore Gavin Newsom e la sindaca di Los Angeles Karen Bass. Questo dopo che sono scoppiate proteste contro le incursioni in stile militare dell’ICE a Los Angeles e dintorni. Il Segretario alla Difesa Pete Hegseth ha anche minacciato di schierare 500 Marines in servizio permanente da Camp Pendleton. Il consigliere della Casa Bianca Stephen Miller ha definito le proteste [contro] ICE una “insurrezione”. Domenica Trump ha avvertito che questo potrebbe essere solo l’inizio del dispiegamento di truppe nelle strade degli Stati Uniti.

PRESIDENT DONALD TRUMP: Avremo truppe ovunque. Non permetteremo che questo accada al nostro Paese. Non permetteremo che il nostro Paese venga fatto a pezzi.

 

AMY GOODMAN: All’inizio della giornata [9 giugno 2025] Trump ha scritto sui social media: “A Los Angeles si sta mettendo davvero male. FATE ENTRARE LE TRUPPE!!!”
Il governatore della California Gavin Newsom intende fare causa all’amministrazione Trump oggi. Ha scritto,“comandare la Guardia Nazionale di uno Stato senza consultare il governatore di quello Stato è illegale e immorale”. Questa è la prima volta dagli anni ’60 che un presidente schiera la Guardia Nazionale senza la richiesta di un governatore.
Il senatore del Vermont Bernie Sanders ha detto che Trump sta “portando questo Paese rapidamente verso l’autoritarismo”. Il senatore dello Stato della California Scott Wiener ha detto, tra virgolette, “Questo è ciò a cui assomiglia il fascismo”
Domenica le forze di polizia di Los Angeles hanno sparato proiettili di gomma, granate flashbang e gas lacrimogeni contro i manifestanti che si erano riuniti per condannare le incursioni dell’ICE e il dispiegamento della Guardia Nazionale. Domenica sera, la polizia di Los Angeles ha dichiarato l’intero centro di Los Angeles un’ assembramento illegale.
Nell’ultima settimana, gli agenti federali dell’immigrazione hanno arrestato circa 118 persone nella regione di Los Angeles. Venerdì gli agenti hanno arrestato anche David Huerta, presidente della sezione californiana del SEIU (Service Employees International Union). È stato accusato di ostruzionismo e ha dovuto essere curato in ospedale a causa delle ferite riportate. Rimane in custodia.
Domenica, la sindaca di Los Angeles Karen Bass ha denunciato i raid dell’ICE e la risposta dell’amministrazione Trump.

Sindaca KAREN BASS: Quello che stiamo vedendo a Los Angeles è un caos provocato dall’amministrazione. Quando si fa irruzione in Home Depot[catena di negozi che vendono articoli per la casa] e nei luoghi di lavoro, quando si separano genitori e figli e quando si fanno passare carovane blindate per le nostre strade, si provoca paura e panico. E il dispiegamento di truppe federali è una pericolosa escalation.

 

AMY GOODMAN: Questo avviene mentre lo zar di Trump che si occupa dei confini, Tom Holman, ha minacciato di far arrestare la sindaca Bass e il governatore Newsom se interferiranno con l’applicazione delle leggi federali sull’immigrazione. Homan ha parlato con Jacob Soboroff della NBC.

TOM HOMAN: Se si supera quella linea, è un reato ospitare e nascondere consapevolmente un clandestino. È un reato impedire alle forze dell’ordine di fare il loro lavoro.

JACOB SOBOROFF: Crede che la sindaca di Los Angeles lo stia facendo?

TOM HOMAN: Se lei supera questo limite, chiederemo al Dipartimento di Giustizia di perseguirla. Se penso che abbia superato il limite? Non credo che abbia ancora superato il limite. Ma vi dico che l’avvertimento che stiamo inviando è che non tollereremo che qualcuno attacchi i nostri agenti.

AMY GOODMAN: Domenica [8 giugno 2025] la polizia di Los Angeles ha effettuato almeno 27 arresti. Gli agenti hanno ripetutamente sparato proiettili di gomma contro i manifestanti. Uno di questi ha colpito una giornalista australiana che stava facendo un reportage dalle strade.

LAUREN TOMASI: Dopo ore di protesta, la situazione è rapidamente degenerata: la polizia di Los Angeles è intervenuta a cavallo, sparando proiettili di gomma contro i manifestanti e facendoli avanzare nel cuore di Los Angeles.

Passante 1: Hai appena sparato alla stampa, c***o!

Passante 2: Stai bene?

LAUREN TOMASI: Sì, sto bene, sto bene.

AMY GOODMAN: Tra poco andremo a Los Angeles per parlare con una delle persone che hanno contribuito a organizzare le proteste contro i raid dell’ICE. Ma prima, domenica, Democracy Now! ha raggiunto Janet Martinez, cofondatrice di Indigenous Communities in Leadership, o CIELO, a Los Angeles, per parlare dell’impatto delle incursioni e degli arresti dell’ICE.
JANET MARTINEZ: Nella contea di Los Angeles vivono circa 34.000 persone indigene, pari a circa il 40% della popolazione indigena, solo in base ai dati del censimento, che sappiamo essere un dato insufficiente. Quindi, per quanto ci riguarda, sappiamo che molti membri della comunità sono stati colpiti dalle recenti incursioni dell’ICE in tutta Los Angeles. Abbiamo ricevuto chiamate dalla comunità zapoteca, dalla comunità mixteca e dalle comunità k’iche’ che sono state arrestate durante queste retate.
AMY GOODMAN: Per saperne di più, ci raggiunge a Los Angeles Ron Gochez, organizzatore della comunità con Unión del Barrio e insegnante di storia al liceo. Il suo gruppo ha contribuito a organizzare alcune delle proteste di Los Angeles.
C’è molto da discutere, Ron. Puoi descrivere il fine settimana? Non è iniziato nemmeno con le proteste. Il Presidente Trump ha minacciato di tagliare gli aiuti alla California, gli aiuti federali. Ci sono state le incursioni dell’ICE. E poi parliamo di quello che è successo ancora prima, Trump ha annunciato che avrebbe schierato la Guardia Nazionale e Hegseth ha detto che ha messo i Marines in stato di massima allerta.
RON GOCHEZ: Sì, buongiorno. Grazie per avermi ospitato oggi.
Questo fine settimana è stato segnato da una violenza assoluta e totale, da repressioni e attacchi brutali, da attacchi coordinati contro la nostra comunità. Gli agenti dell’ICE hanno girato per tutto il sud della California, sequestrando persone, distruggendo famiglie. E noi lo vediamo come un attacco contro la nostra gente. Ecco perché i giovani e la comunità escono allo scoperto e resistono a questa repressione. Siamo stanchi, stufi di questi attacchi che dividono e separano le nostre famiglie. Ecco perché le proteste sono state pacifiche. Ma quando la repressione viene dallo Stato, che si tratti degli sceriffi, della polizia di Los Angeles o, ad esempio, sabato a Paramount, in California, della polizia di frontiera, la violenza è stata brutale. Hanno sparato migliaia di proiettili di gas lacrimogeni, granate flashbang, ogni tipo di strumento repressivo contro la comunità.
Ma quello che non pensavano sarebbe successo è che la gente avrebbe resistito e si sarebbe ribellata. Ed è esattamente quello che è successo a Paramount e a Compton, in California, dove per otto ore e mezza la gente ha combattuto per le strade contro la Border Patrol[pol izia di frontiera]. E dopo otto ore e mezza di battaglia – ed è stata una battaglia, perché c’erano persone che rilanciavano indiet ogas lacrimogeni, persone che lanciavano tutto ciò che potevano per difendersi e per difendere i lavoratori che erano circondati da oltre 100 agenti della Border Patrol. Dopo otto ore e mezza, la Border Patrol e gli sceriffi hanno dovuto ritirarsi. Hanno dovuto ritirarsi a causa della fiera resistenza della comunità. E le centinaia di lavoratori che si trovavano nelle fabbriche intorno a loro sono riusciti a fuggire. Sono riusciti a raggiungere le loro auto e a tornare a casa. Questo solo grazie alla resistenza che ha permesso loro di tornare a casa quella notte.
Quindi, questo è un chiaro segno che se ci organizziamo, se resistiamo, possiamo difendere le nostre comunità dal terrore dell’ICE, dalla Border Patrol o da qualsiasi agenzia federale che voglia separare le nostre famiglie. Per questo motivo, mentre questo accadeva, mentre questa resistenza si svolgeva, abbiamo visto il Presidente Trump dare l’ordine di inviare la Guardia Nazionale. Quindi, per noi come popolo indigeno di queste terre, di questo continente, non è una novità. I militari che ci danno la caccia non sono una novità. Gli Stati Uniti in questa parte del Paese sono il risultato di un’invasione militare del Messico. Quindi, sappiamo cosa ci aspetta. È un’ulteriore repressione. Ma devono sapere che dovranno affrontare anche una maggiore resistenza da parte della comunità. Non vogliamo essere violenti e non sosteniamo la violenza, ma quando usano la violenza brutale contro la nostra gente – e il rapimento di madri e padri dai bambini è violento – quando fanno cose del genere, abbiamo ogni diritto, ogni diritto storico, di difendere le nostre comunità in tutti i modi possibili e continueremo a farlo.
JUAN GONZÁLEZ:  Ron, sabato hai parlato di Paramount. Per coloro che non hanno familiarità con questa città, a sud di Los Angeles. C’è stato anche un cambiamento nelle tattiche dell’amministrazione Trump. All’inizio sostenevano che stavano dando la caccia ai criminali. Ora, sempre più spesso, vengono spinti ad aumentare il numero di arresti, quindi a colpire i luoghi di lavoro. Potresti parlarci di questo cambiamento e di come sta influenzando la comunità?
RON GOCHEZ: Già. L’amministrazione fascista di Trump sta cercando di mentire e di confondere il popolo americano per indurlo a sostenere questa repressione, a sostenere questi raid contro l’immigrazione, facendo credere all’opinione pubblica che stiano dando la caccia ai criminali. Ma ora ciò che è pubblicamente noto, ciò che è dolorosamente chiaro, è che la maggior parte di queste incursioni riguarda le persone che lavorano, la classe lavoratr.ce Non vanno a caccia di criminali. Vanno agli Home Depot. Vanno nei cantieri edili. Vanno nelle fabbriche dove la gente lavora, dove crea le risorse necessarie all’esistenza di questa società. Quindi, credo che ora tutti sappiano che si tratta di una menzogna. Stanno dando la caccia a chiunque abbia la pelle scura, in particolare. E, sapete, stanno attaccando praticamente tutti. C’è la comunità asiatica. Gli immigrati neri sono sotto attacco. Chiunque in questo Paese non sia un maschio bianco, in pratica, è sotto attacco.
Quindi, credo che i lavoratori di tutto il mondo dovrebbero vedere questo come un attacco alla classe lavoratrice e dovrebbero unirsi in solidarietà per respingere questi attacchi contro la nostra comunità. E così, ancora una volta, abbiamo dimostrato più volte che quando ci organizziamo, possiamo difenderci. In questo momento sono le 5:30 circa a Los Angeles, o le 5:00 del mattino a Los Angeles. In questo momento abbiamo già persone in tutta Los Angeles che pattugliano le strade di Los Angeles, alla ricerca di qualsiasi attività dell’ICE. Questo è il lavoro che svolgiamo quotidianamente per proteggere le nostre comunità. Quindi, da un lato ci sono le proteste di piazza, che sono importanti, ma l’altra parte è la resistenza organizzata e coordinata, pattugliando le nostre strade, difendendo le nostre strade. Non possiamo proteggere l’intera città di Los Angeles, ma nei nostri quartieri, nei nostri barrios, possiamo difenderci, e lo stiamo facendo.
JUAN GONZÁLEZ: Qual è il tuo giudizio sulla risposta del governatore della California Newsom e della sindaca di Los Angeles Karen Bass?
RON GOCHEZ: Sì. Capiamo che sono contrari a ciò che sta accadendo. Ma dobbiamo anche dire che le chiacchiere sono a buon mercato. Il governatore Newsom può ordinare alla Guardia Nazionale di ritirarsi. Se è contrario al fatto che il Presidente Trump la usi contro di noi, allora può ordinarle di ritirarsi. Non l’ha fatto. Qui a Los Angeles, Karen Bass dice di essere contraria alle retate in corso. Ebbene, perché i suoi agenti di polizia aiutano e collaborano con l’ICE, con la Border Patrol per attaccare la comunità? Se sono davvero lì per servire e proteggere, come è scritto sui loro veicoli, allora quei proiettili di gomma e quel gas che stanno sparando in questo momento, stanno mirando alle persone sbagliate. Non dovrebbero essere rivolti a noi. Dovrebbero essere rivolti agli agenti che stanno cercando di rapire le persone della nostra comunità.
Ma, ovviamente, sappiamo che non possiamo aspettarci aiuto o sostegno dalla polizia, dagli sceriffi qui a Los Angeles. Anche se viviamo in uno Stato governato da un democratico come governatore, abbiamo un sindaco del Partito Democratico, abbiamo consiglieri comunali del Partito Democratico, non possiamo aspettarci che difendano la gente. Solo il popolo si organizzerà e si difenderà da solo, ed è quello che stiamo facendo ora.
AMY GOODMAN: Ron Gochez, questo è un punto molto interessante, perché ieri è stato rappresentato in modi diversi. Quando la polizia di Los Angeles si è mossa e ha fatto sgomberare la gente da – era Alameda? – l’edificio federale, in alcuni resoconti dei media si diceva che stavano facendo sgomberare i manifestanti in modo che non si confrontassero direttamente con la Guardia Nazionale, che il sindaco ha criticato, sapete, la Guardia Nazionale in piena – come si dice, in piena “tenuta da combattimento”. Ma lei sta dicendo che anche se il governatore Newsom potrebbe – potrebbe fare causa oggi, potrebbe effettivamente dire alla Guardia Nazionale di ritirarsi. E vede la possibilità che la polizia di Los Angeles affronti la Guardia Nazionale, e magari, se Hegseth chiama i Marines, nelle strade?
RON GOCHEZ: No, non lo prevediamo affatto. Sono stato personalmente allontanato fisicamente da un raid dell’ICE qui a South Central Los Angeles dalla polizia di Los Angeles. Quindi, quando la sindaca dice che la polizia di Los Angeles non collabora con l’ICE o con le agenzie federali, è una vera e propria menzogna. Anche se non ci sono agenti della polizia di Los Angeles che chiedono alla gente la propria cittadinanza o che trattengono le persone per motivi di immigrazione, la polizia di Los Angeles, gli sceriffi della contea di Los Angeles, la CHP [California Highway Patrol] o qualsiasi altra agenzia di polizia presente sul territorio collaborano. Proteggono le operazioni. Chiudono le strade intorno alle operazioni in modo che l’ICE possa effettuare i rapimenti dei nostri cittadini. Si tratta quindi di una collaborazione diretta. E qui a Los Angeles, se non fosse per la repressione della polizia di Los Angeles e degli sceriffi della contea, ci sarebbero migliaia di persone in più che si opporrebbero alle incursioni dell’ICE. Ma è la polizia, sono gli sceriffi che fondamentalmente proteggono le operazioni e proteggono tutto ciò che sta accadendo contro la nostra comunità. Quindi, prevediamo, ci aspettiamo che la polizia si unisca alla nostra parte? No. Non è così.
Ma quello che possiamo dire è che molti agenti di polizia qui a Los Angeles, molti sceriffi e molte guardie nazionali e persino i marines, se vengono qui, sono messicani, centroamericani, figli e figlie di immigrati. In effetti, qui a Los Angeles, ci sono centinaia di agenti della polizia di Los Angeles che sono DACA [Deferred Action for Childhood Arrivals], cioè privi di documenti. Quindi, devono rendersi conto che l’amministrazione Trump li sta usando per usare la violenza contro la loro stessa gente. Quindi, noi, come Unión del Barrio, li invitiamo a fermarsi. Non alzate le armi contro il vostro stesso popolo. Questi sono i vostri – sono come vostra madre, vostra zia, vostro padre, che state reprimendo. Quindi, li invitiamo a unirsi a noi. State dalla parte giusta della storia. Non sostenete l’amministrazione Trump. Sostenete il popolo. Perché quello che stiamo facendo è lottare per la giustizia. Stiamo combattendo per i giusti, per il diritto di vivere, di esistere, di lavorare e di sfamare le nostre famiglie. Non c’è nulla di estremo in questo. Vogliamo semplicemente lavorare, vivere e avere una vita dignitosa come chiunque altro merita.
Quindi, stiamo assistendo alla resistenza in questo momento, dalle persone a Gaza che resistono e lottano per le loro vite, a noi proprio qui nella nostra terra storica, la nostra terra indigena. Anche noi stiamo combattendo per le nostre vite. E continueremo a farlo, che si tratti della polizia o della Guardia Nazionale. Non vogliamo la violenza. Non vogliamo la violenza. Ma non staremo nemmeno a guardare mentre la nostra gente viene rapita e la nostra comunità viene attaccata da un’agenzia federale o dalle forze dell’ordine locali. Non lo faremo.
AMY GOODMAN: Ron, cosa sta succedendo a coloro che sono stati trattenuti? Angelica Salas, direttore esecutivo del gruppo per i diritti degli immigrati CHIRLA, ha detto che gli avvocati non hanno accesso alle persone che sono state trattenute venerdì. Sono stati rilasciati? Qual è il loro status? E si sa qualcosa sullo stato di David Huerta, il capo del SEIU, il sindacato internazionale dei dipendenti dei servizi? Abbiamo sentito che è stato mandato in ospedale con delle ferite ed è stato trattenuto.
RON GOCHEZ:  Già. Quello che sappiamo in questo momento è che non c’è un giusto processo per la maggior parte delle persone. Le persone che vengono trattenute, secondo quanto riferito e confermato, vengono prelevate la mattina a Los Angeles e la sera stessa sono già a Città del Messico. Questo è confermato. Non si può avere un giusto processo in meno di 24 ore. È assolutamente impossibile. Quindi, le persone vengono spedite immediatamente attraverso il confine e in molti luoghi. Abbiamo casi confermati di cittadini messicani, di nazionalità messicana, che sono stati deportati in Guatemala e scaricati in Guatemala, un Paese in cui non sono mai stati e a cui non appartengono. Questo è ciò che sta accadendo qui a Los Angeles.
Ieri o sabato, non so, oggi è stata una lunga giornata di resistenza per noi. Ma, sapete, i funzionari eletti si sono recati al centro di detenzione, dove sono rinchiusi centinaia di nostri cari. E hanno chiesto di poter entrare per vedere le condizioni in cui vivono le persone, luoghi come – questi sono scantinati che non hanno servizi igienici e non hanno condizioni sanitarie per le persone. Non c’è abbastanza cibo e acqua per le persone. Questi sono i resoconti che riceviamo. È stato negato loro l’ingresso. Non gli è stato permesso di vedere l’interno, di vedere come vengono trattate queste persone.
È una vera e propria crisi per la nostra comunità ed è per questo che non vogliamo aspettare che la nostra gente venga rapita e arrestata per agire. È per questo che ogni giorno al mattino facciamo delle ronde comunitarie intorno alle nostre comunità per cercare di evitare che la nostra gente venga rapita. E quando diciamo “rapiti”, è proprio questa la parola che dobbiamo usare, perché lo Stato sta usando una violenza brutale per separarci, per portarci via contro la nostra volontà dalle nostre famiglie, dalle nostre case, dai nostri lavori e per portarci altrove. Questo, per definizione, è un rapimento. Ed è contro questo che ci battiamo, perché sappiamo che la nostra gente non avrà – non avrà un giusto processo. Se agli avvocati e ai funzionari eletti non viene permesso di entrare nelle strutture di detenzione per vedere le condizioni in cui vivono le persone, cosa ci fa pensare che le persone all’interno avranno qualche tipo di diritto umano? Sappiamo che non sta accadendo.
JUAN GONZÁLEZ: Ron, volevo chiederti della chiamata della Guardia Nazionale da parte del Presidente Trump, dell’uso di granate flashbang, di proiettili di gomma, di gas lacrimogeni contro i manifestanti. Vorrei ricordare che il 6 gennaio [2021] quando una folla ha preso d’assalto il Campidoglio e ha cercato di impedire la certificazione delle elezioni, non è stato fatto uso di granate flashbang o di gas lacrimogeni o di proiettili di gomma contro quella folla. Eppure, qui sono stati usati, e il Presidente sostiene che c’è un’insurrezione.
RON GOCHEZ: Sì, sappiamo che la violenza sarà contro di noi, contro la nostra comunità. E, sapete, a volte la gente pensa: “Oh, beh, sapete, non è così grave. Sai, è solo un po’ di gas lacrimogeno”. No, abbiamo visto – abbiamo visto persone ferite gravemente. Sabato, a Compton, in California, quando eravamo in prima linea nella resistenza contro gli sceriffi e contro la Border Patrol, abbiamo visto un ragazzo in piedi davanti a noi che è stato colpito in faccia con un – non so se fosse un proiettile di gomma o cosa fosse, ma la sua faccia era completamente spaccata e sprizzava sangue da tutte le parti. Queste cose possono essere letali. Se questi proiettili di gomma ti colpiscono negli occhi, se ti colpiscono nel punto giusto, possono essere assolutamente letali.
Quindi, capiamo che la violenza che viene usata contro di noi è letale. Sappiamo che la violenza viene usata contro di noi ogni giorno, sia dalla polizia che dalla polizia di frontiera. È una violenza contro la comunità. Abbiamo quindi il diritto di difenderci con ogni mezzo necessario, perché la posta in gioco è il nostro sostentamento, il benessere delle nostre famiglie. Qui a Los Angeles sono stati gassati dei bambini.
Quindi, sia che si tratti della Guardia Nazionale, sia che si tratti della polizia locale, dobbiamo resistere, perché a Los Angeles abbiamo capito chiaramente cosa sta succedendo. L’amministrazione Trump sta cercando di fare di Los Angeles un esempio. Los Angeles è il cuore della comunità messicana e centroamericana qui negli Stati Uniti. Quindi, pensano che se possono distruggere noi, possono distruggere chiunque nel Paese. E quindi lo capiamo, ed è questo che sappiamo. Non possiamo permetterci di fallire. La resistenza continuerà. Che continuino a minacciarci o meno, noi continueremo. Saremo pacifici ogni volta che potremo. Ma se dovessimo affrontare la violenza, se dovessimo difenderci, abbiamo tutti i diritti umani di farlo.
AMY GOODMAN: Ron Gochez, vogliamo ringraziarla per essere qui con noi, insegnante di storia alle superiori, organizzatore della comunità con il gruppo Unión del Barrio, organizzatore di alcune delle proteste che hanno avuto luogo a Los Angeles.
Quando torneremo, questa è la prima volta in circa 60 anni che un Presidente dispiega la Guardia Nazionale senza la richiesta di un governatore. Parleremo con un avvocato del Brennan Center. Restate con noi.