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L’ABITO NON FA IL MONACO

Condividiamo uno scritto di TheGhost, risalente al giugno scorso.


L’ ABITO NON FA IL MONACO

Il prete del carcere del paesino di montagna piccolo e povero mi adorava, abbiamo la stessa età ed anche lui andava alle feste poi ha avuto l’ illuminazione e la chiamata da Cristo o chi per lui…

Lo aiutavo perché era uno dei pochi che si sbatteva per vestirci, farci mangiare, regalarci radioline, pile, tabacco, orologi, scarpe, scarpe per giocare a pallone… Tutto coi 900 euro di stipendio che la chiesa gli dà e le poche offerte che la chiesa del paesino che gestiva gli offriva…

Gira con un vecchio motorino scassato, odia il carcere, antifascista ma coi limiti di chi veste l’ abito…

Pensa che per il Ramadan voleva che anche i mussulmani potessero trovarsi, pregare e stare assieme ed ha insistito e rotto le palle insieme a “noi detenuti” perché ciò venisse concesso, poi, è andato a parlare con l’ imam del carcere nella grande e ricca città, perché voleva che ai mussulmani presenti in carcere (il 90%di questo, carcere dove finiscono prevalentemente immigrati essendo di confine) potessero affrontare il Ramadan con il the, i datteri, la carne halal e tutte le cosine che si mangiano la notte… L’ imam l’ ha mandato a cagare dicendo che per quella gente non si spendeva, che la gente in prigione deve stare lì e non rompere…

Così lui ed io ci siamo adoperati per trovare negozietti che a basso prezzo o regalando hanno procurato le cose e le abbiamo distribuite assieme…

Un prete ma una brava persona e affine a ciò che pensiamo nonostante il suo credo religioso…

Sapendo che nessuno veniva a trovarmi per la distanza (poi gli ultimi mesi veniva un’altra santa a trovarmi) mi chiamava almeno una volta a settimana per farci una chiacchierata, mi aiutava perché aveva un’ ottima cultura e potevo parlare con lui di tutto, storia, politica, filosofia, arte…

IL contrario del prete del carcere della città grande e ricca, che era un pezzo di merda e so dai racconti di alcuni che chiedeva favori sessuali in alcuni casi, che schifo… Ma nel carcere di confine in un piccolo paesino c’era Suor X, volontaria, che invece tutti adoravano per la sua gentilezza, capacità di ascolto e umanità…

Molti, nel carcere nella grande e ricca città, riuscivano a contattare casa e riprendere i contatti con l’ esterno e i propri cari solo grazie al lui, Don Y, che si sbatteva anche per questo…

Quando finisci dentro spesso non hai numeri di telefono, indirizzi e contatti perché ti levano il telefono e senza quello molti non hanno più modo di contattare nessuno…

Lui si sbatteva e trovava spesso per te i contatti, Marocco, Egitto, Mali, Eritrea, Senegal, Albania, Nigeria, etc eta etc…

Importante:

Infatti una cosa che dovete imparare a memoria sono i numeri di telefono dell’ avvocato, nome cognome, indirizzo e foro di appartenenza, i numeri dei genitori e di almeno un amico.

TheGhost